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STRANA RAGAZZA

domenica 21 novembre 2010

IL NAZISTA E LA BAMBINA

Ieri sera con la Riccia e la Sarda, siamo andate a vedere lo spettacolo teatrale "Il nazista e la bambina" in un piccolo circolo di Limidi di Soliera, la Sala Polivalente del Centro Sociale Pederzoli.
C'è da dire che arrivate a Limidi, a meno di 10 minuti da Carpi, non sapendo dove fosse il posto, abbiamo cercato qualcuno per chiedere informazioni, e la Sarda dice "Chiediamo a quelle vecchine sulla bici", io dico alla Riccia "Chiedi dov'è Via Papotti", la Riccia "Via Papozzi", io "Via PAPOTTI", la Riccia abbassa il finestrino e fa alle signore "Scusate sapreste indicarmi Via PAPOZZI" e io " P A P O T T I!!!", le signore nonostante il rincoglionimento generale della macchina ci hanno saputo indicare il posto anche perchè ci andavano pure loro!!!Certe risate che mi fa fare la  Riccia!!!
Tornando allo spettacolo, entrate nella sala c'erano le sedie disposte quasi a semicerchio con alcuni tavolini con una candela sopra.
La storia raccontata dallo spettacolo è quella di Liliana Manfredi, unica superstite della strage fatta dai nazisti il 24 giugno 1944 in una piccola località in provincia di Reggio Emilia, la Bettola, salva per un caso che sa di miracoloso.
Nella strage furono uccise 32 persone innocenti e un bambino di 18 mesi, fucilati e poi i corpi furono bruciati dando fuoco agli edifici, la locanda dove erano presenti gli sfollati della guerra e la casa di Liliana che all'epoca dei fatti aveva 11 anni.
Non voglio raccontare la storia, per filo e per segno, preferisco che chi sia incuriosito acquisti il libro scritto dalla stessa signora Liliana “Il nazista e la bambina” (Aliberti editore, 10 euro).Io lo acquisterò.




In breve dirò solo che i nazisti per vendicare la morte di due dei loro soldati per mano di 3 partigiani, morti durante lo scontro, hanno deciso di uccidere tutte le persone della Bettola.
La famiglia di Liliana Manfredi mentre dormiva e temeva la vendetta dei nazisti, è stata svegliata e fucilata contro una parete, un vecchio, il nonno, una vecchia, la nonna, una donna, la mamma di Liliana, e Liliana, una ragazzina di undici anni che indossava il vestitino di velluto nero che la mamma le aveva cucito, e fatto indossare perchè sapeva che forse era la loro fine.
Liliana viene colpita da 3 pallottole, una entra in gola ed esce dalla nuca, una entra nel seno sinistro ma fortunosamente esce dalla spalla non toccando il cuore, e uno sulla spalla.
Lei rimane immobile sotto i corpi senza vita dei nonni, poi quando la casa è tutta un fuoco si getta dalla finestra da 5 metri e cade sull'erba alta, rompendosi solo una caviglia nonostante il volo, e si trascina strisciando come un serpente solo con le braccia e con tutto il dolore nel corspo per i 3 colpi d'arma da fuoco fino al fiume Crostolo.L'adrenalina, la paura, e l'istinto di sopravvivenza fanno fare delle cose incredibile.
Liliana poi sviene e si risveglia la mattina dopo.Ma viene trovata da un nazista.Che però invece di farla fuori, la prende in braccio e la porta sulla strada principale.Una cosa incredibile, visto che fino a poche ore prima sono stati uccisi tutti anche un bambino di 18 mesi.
Liliana da sempre si chiede il perchè non sia stata fatta fuori.
Lei stessa ha detto:"Coltivo il sogno che quel soldato mi abbia lasciato in vita non per pietà ma per il disgusto per ciò che era successo”.
Questa la storia.
E la storia è stata così narrata nello spettacolo, sul palco c'era la brava attrice Simona Ori, con un vestitino nero lungo fin sotto le ginocchia e un maglioncino chiato sopra, con i capelli raccolti in una lunga treccia, alla sua destra e alla sua sinistra due musicisti, un violinista e un chitarrista (ma che durante il monologo ha anche suonato il flauto dolce), e un leggio dove lei narrava la strage dal punto di vista della bambina.
Le candele sui tavolini sono state accese, le luci spente solo una luce calda illuminava il viso dell'attrice e sono stati serviti del vino rosso e pane, salame e formaggio, e durante lo spettacolo rametti di fiori selvatici profumati (a me un rametto orribile è stato dato alla Riccia niente proprio ah ha ha ah).
A me è piaciuto un sacco così sobria la rappresentazione, ma che prendevalo spettatore, e poi la musica giusta, perfetta, anche le canzoni cantate bellissime.
La cosa bella poi della serata è che prima e dopo c'era la testimonianza della stessa signora Liliana, una donna quasi ottantenne, ma che i suoi anni non li dimostra e che ha una capacità espressiva e comunicativa incredibile, nonostante lei abbia dichiarato di non sentirsi a suo agio a parlare in pubblico.Una seconda vita dopo che l'hanno portata in ospedale, ma comunque difficile, data in adozione ad una famiglia di un ex fascista che cercava di riabilitarsi agli occhi della gente per aver preso in casa una bambina scampata ai nazisti, ma che non la trattava bene, e poi l'orfanotrofio fino ai 18 anni dove ha imparato a fare la sarta, e poi il matrimonio e i figli, come dice lei una vita felice ma semplice.
Lei pensava che la sua storia non interessassse a nessuno e solo dopo lo sprono di un nipote l'ha scritta, non pensando poi di raccontarla tante e tante volte, nelle scuole, e si interessare così tanto.

Anche  i Modena City Ramblers hanno raccontato la sua storia nella canzone "L'ultima Superstite".




A fine spettacolo abbiamo bevuto un bicchiere di vino, un pezzo di torta di mele, e abbiamo chiacchierato con l'attrice (le domande della Riccia sono uniche "ma avete preso la storia dal libro???" no se la so inventata, si chiama lo spettacolo "il nazista e la bambina"...... Ricciaaaaaaa certe figure), e io con la signora Liliana e le ho detto che la sua storia è un esempio di coraggio e di attaccamento alla vita incredibile.
Belle ste serate!!!!
Al ritorno la Riccia "ma la strada si chiamava via Papazzi????" ah ah ah ah a ha ha ha hah ah

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